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uid_143f27dad8b.640.0Donne straordinarie come Simone de Beauvoir, Sylvia Plath, Erica Jong o Charlotte Brontë hanno narrato e difeso l’emancipazione femminile attraverso le vicende delle loro eroine, mostrando la visione femminile di questo mondo, difendendone la validità e l’importanza. Ma cosa accade quando questa visione e l’importanza dell’emancipazione della donna viene raccontata, difesa, e in un certo senso, subita da un uomo?

Lei è convinto di appartenere ad un’élite razionale e scientifica. […] tuttavia le vorrebbe appartener a questa élite. Non gliene faccio una colpa. […] Ma la prego di ricordare una cosa. In tutta la storia umana gli eletti sono divenuti tali per elezione. E il tempo impone una sola condizione. […] che l’eletto, qualunque sia la particolare ragione con la quale sostiene la fondatezza della propria causa, introduca in questo buio mondo una moralità più alta e più equa. Se non supera questa prova diventa semplicemente un despota […] una mera vittima dei suoi più spregevoli desideri.

Con la maestria di un pittore e l’ironia di un attore, John Fowles ha fatto esattamente questo, confermando la massima che “come gli uomini, anche i libri mentono”. In un racconto che rapisce in ogni descrizione e diverte per il linguaggio ironico, oltre che per le continue intromissioni da parte dell’autore, Fowles sembra aver voluto ingannare il lettore, facendogli credere di leggere un certo tipo di storia, ma in realtà narrandone una completamente diversa.

Come in un’indagine, Fowles offre al lettore spunti e indizi in ogni incipit di capitolo, per stuzzicarne la curiosità ma anche per fornirgli i piccoli pezzi di un puzzle che rivelerà tutta la sua potenza e sorpresa solo alla fine. Ed allora ecco che come nella costruzione di un puzzle vengono allineati i pezzi esterni che creano la cornice dentro cui si svolge il racconto.

Siamo nell’età vittoriana, in Inghilterra, e due giovani sposini si apprestano a convogliare a nozze secondo le regole e gli usi di un’era in cui la spontaneità era considerata tutt’altro che un pregio. Le condizioni sono quelle di tanti altri romanzi e storie già narrate, un giovane ricco e bello, una ragazza di buona famiglia, un piccolo paese di chiacchieroni, le buone maniere della classe aristocratica.

380731_10151326742041760_567315679_nDi conseguenza ad aprire quasi ogni capitolo vi sono estratti di “Persuasione” di Jane Austen. A questi però si vanno alternando in maniera sempre più frequente le citazioni dell’ “Evoluzione della Specie” di Charles Darwin. Questo è certamente l’indizio più importante di tutto il libro, che si scopre mano a mano che le vicende della vera eroina del racconto, “la donna del tenente francese” prendono spazio nella narrazione.

A portare scompiglio nella tranquilla preparazione del matrimonio tra Charles, che sembra aver preso in prestito il nome dallo stesso autore della teoria evoluzionista moderna, e la sua bella bambola vittoriana, che ironicamente si chiama Miss Freeman, non è tuttavia la sola presenza di questa giovane misteriosa ed emarginata fanciulla, quanto la curiosità dello stesso Charles per la sua intrinseca libertà, il suo anticonformismo e la forza che dimostra nel voler difendere questi due aspetti della sua vita. Charles allora inizia quel processo che passo a passo, pezzo a pezzo, lo porta ad ingaggiare la sua battaglia per “sconfiggere la storia” e unirsi con quell’esemplare unico di donna, che vive contrariamente ai dettami dell’unico comportamento accettato per una persona del suo sesso.

Che cos’è l’Ottocento? Un’epoca nella quale la donna era sacra, e si poteva comprare una ragazza di tredici anni per poche sterline, o pochi scellini se la si volva soltanto per un’ora o due

Smantellare il carrozzone vittoriano fatto di superficialità e convenzioni, tra cui il suo predefinito matrimonio, diventa quindi la missione di Charles. Immobilizzato da principio nei fastosi salotti dell’Inghilterra di provincia e londinesi, il protagonista inizia a scoprire il lato “spontaneo” di se stesso. Charles si “evolve” come un esemplare unico della sua specie destinato a sopravvivere al pantano delle convenzioni. In questo modo egli lascia libero spazio al suo desiderio di vivere la propria vita e il proprio amore senza prestare attenzione al codice di condotta vittoriano.

Come nei racconti dell’Ottocento, il lettore si aspetterebbe che come premio per il coraggio di aver intrapreso una strada così difficile e dolorosa, Charles sarà ricompensato con il coronamento del suo sogno: vivere felice e contento con la donna che gli ha permesso di riscoprire se stesso e di godere nuovamente dell’autenticità della sua vita.

Gli tornò alla mente un fuggevole ricordo di Catullo: “Ogni volta che ti guardo, la voce mi viene meno, la lingua incespica, un fuoco sottile mi serpeggia per le membra, un rombo interiore, e le tenebre avvolgono i miei occhi e le mie orecchie”. Qui Catullo traduceva Saffo, e quella di Saffo resta la migliore descrizione clinica dell’amore di tutta la medicina europea

Ma La Donna de559599_10150740884082029_119364103_nl Tenente Francese non è un romanzo ottocentesco, è un racconto che è stato scritto nel bel mezzo degli anni Sessanta, nel vortice della potente rivoluzione culturale che ha cambiato per sempre il modo in cui il mondo occidentale guarda alle relazioni tra uomini e donne. Charles si aspetta che una volta ricongiuntosi con la sua musa avrà finalmente terminato il suo percorso di “evoluzione”, ma siamo proprio sicuri che lei sarà lì ad aspettarlo come una dolce dama ottocentesca?

In un primo momento si era lascito fuorviare da quegli abiti colorati. Ma adesso incominciava a capire che erano soltanto un fattore della conoscenza e della padronanza di sé che lei aveva saputo raggiungere: non aveva più bisogno di un’uniforme

Pungente, divertente, ironico, oltre che magnificamente narrato, La Donna del Tenente Francese è un libro incredibilmente coinvolgente e unico, dove non è raro trovarsi a ridere per le digressioni dello stesso Fowles. Quest’ultimo, entra ed esce dalla narrazione, contribuendo a tenere con il fiato sospeso fino all’ultima pagina, al punto che lo stesso editore per difendere il lettore dagli “inganni” di Fowles, ha tenuto a specificare all’inizio del libro che “L’Autore e l’Editore assicurano i lettori che non vi sono errori di impaginazione nell’ultimo capitolo del romanzo”.

Leggetelo.