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11112961_695076410597460_1272063163226687231_o“La storia dell’uomo è essenzialmente la storia delle sue idee” diceva H. G. Wells, un percorso in cui ogni pensiero, contrapponendosi o affiancandosi ad un altro, forma un flusso attraverso cui si rivela l’identità dell’umanità e il suo cammino. Un approccio affascinante che sembra aver ispirato il ‘romanzo di idee’ Punto contro Punto.

In questo insolito racconto, A. Huxley sembra prendere in prestito l’idea di Wells di raccontare la storia attraverso la continua contrapposizione delle idee dei suoi protagonisti e mette in scena una serie di situazioni in cui questi ultimi si confrontano e si presentano non per quello che fanno, ma per quello che pensano di loro stessi, degli altri e del mondo. Ognuno rappresenta un punto, che seguito da un altro, traccia un percorso volto a far luce sulle abitudini, le manie, le bugie, le ossessioni del mondo e dei suoi abitanti.

Le persone capaci di snocciolare concetti ben formulati non sono del tutto reali, ma hanno un che di mostruoso.

In un intenso susseguirsi di situazioni comuni che spaziano dalle serate mondane, alle riunioni di scienza, ai viaggi oltremare, alle manifestazioni politiche, fino alle realtà domestiche, vi è un alternarsi di dialoghi, monologhi e battibecchi, in cui Huxley lascia che i suoi personaggi scompongano la realtà e la ripresentino indietro solo dopo averla tritata e ricomposta attraverso le loro lenti personali. Quindi ecco alternarsi comizi politici e discussioni sulla divisione sociale e sulla giustificazione della lotta di classe, sull’amore, sulla fedeltà e l’opportunità del matrimonio; sulla contrapposizione tra vita ed esistenza; sulla moralità; sul lavoroparigi-1024x731 e sulla religione. In alcune situazioni il risultato arriva ad essere un totale disorientamento in cui ogni posizione, in quanto motivata dai pensieri e situazioni individuali, sembra essere sempre fondata, sebbene all’inizio sembrasse ingiustificabile.

Tu credi che un gruppo sappia guidare con maggiore prudenza dell’altro? Forse hai ragione. Ma a me pare che non ci sia nessun motivo valido per scegliere uno dei due. Hanno ugualmente fretta. In nome della scienza, del progresso e della felicità umana: a tutto gas e amen!

Un continuo paradosso della soggettività che tuttavia, come minacciato da uno dei protagonisti, rischia di astrarre gli uomini dalla loro natura di esseri umani per renderli teoria pura. Questi concetti, sempre troppo ben formulati e sempre troppo giustificati, finiscono per allontanare l’uomo dalla sua realtà, lo spogliano della sua umanità e gli donano una personalità di falso dio, facendolo sentire infallibile e onnipotente.

Quindi ecco che questi fautori dell’assoluta giustizia sociale, della morale cristiana, del rispetto reciproco, nella loro sete e presunzione di onniscienza pensano come dei, ma agiscono come animali. Si spogliano della loro ragionevolezza e si rivelano per quello che sono, uomini incapaci di empatia, soli, egoisti e assassini.

E’ molto difficile ricordarsi che l’eccellenza di un individuo in un campo non garantisce la sua eccellenza in un altro campo

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Alternando concetti filosofici e teorie politiche e imbevendoli della sua infallibile lungimiranza, Huxley gira lo specchio verso l’uomo e gli mostra ancor una volta ciò che egli è, nella speranza forse, di ricordargli che le astrazioni sono uno degli strumenti della ragione, ma che se allontanate eccessivamente dalla realtà dell’uomo, lo rendono la bestia che troppe volte, storicamente, ha mostrato e mostra di essere.

“Forse questo mondo è l’inferno di un altro pianeta”. Forse sì, quindi rimaniamo umani.